Comunicare la malattia nel rapporto di lavoro

Come avviene la comunicazione della malattia ?

In generale i contratti collettivi obbligano il lavoratore ammalato a comunicare al datore di lavoro l’assenza. Normalmente i CCNL stabiliscono termini e modalità per la comunicazione che, in assenza di norme, deve essere effettuata tempestivamente anche a mezzo telefono.

La mancata comunicazione non comporta effetti sull’indennità di malattia, ma può determinare l’applicazione di una sanzione disciplinare.
Il lavoratore, in caso di omessa comunicazione, può provare di essersi trovato nell’impossibilità di adempiere.

Come deve avvenire la certificazione della malattia ?

Per poter fruire dell’indennità il lavoratore deve documentare la malattia mediante certificazione sull’inizio e la durata presunta della stessa ( art. 3 L. 33/1980 ). Il certificato deve essere rilasciato dal medico curante in duplice copia, su apposito modulo a lettura ottica (dal 1°.1.1992: D.M. 30.9. 1991 ) . Una copia è il certificato di diagnosi, l’altra è l’attestazione della durata presunta della malattia (prognosi). L’indennità spetta per la durata della malattia (prognosi) indicata nel certificato e in caso di prosecuzione della stessa il lavoratore deve produrre un apposito certificato. L’indennità di malattia non spetta per i giorni non documentati da idonea certificazione. La mancata comunicazione della malattia, da parte del lavoratore, è motivo sufficiente per procedere (dopo aver osservato la relativa procedura) al licenziamento per giusta causa salvo che il lavoratore non provi rigorosamente che l’omesso o il ritardato invio del certificato medico sia stato causato da un serio e apprezzabile motivo .

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Malattia e retribuzione

Cosa accade in caso di “inidoneità fisica sopravvenuta” durante il rapporto di lavoro ?

Se la perdita della capacità lavorativa (parziale o totale) non è di durata temporanea, ma indeterminata o indeterminabile, non si tratta di malattia. Se l’inidoneità fisica è totale (oppure parziale, ma senza l’interesse del datore di lavoro a ricevere un adempimento non completo) può essere richiesta la risoluzione del rapporto in base alle regole civilistiche (artt. 1463). Nel caso in cui l’impossibilità parziale causi la risoluzione, il lavoratore non può nemmeno chiedere lo svolgimento di altre mansioni compatibili al suo stato . Spetta al datore di lavoro dimostrare il nesso tra inidoneità e pregiudizio al regolare svolgimento dell’attività aziendale, secondo i criteri che stanno alla base del giustificato motivo oggettivo di licenziamento. L’accertamento della inidoneità fisica deve essere effettuato presso le strutture pubbliche della medicina del lavoro

Cosa è “indennità di malattia” ?

In caso di malattia, se la legge non stabilisce forme equivalenti di previdenza o di assistenza, è dovuta al prestatore di lavoro la retribuzione o un’indennità nella misura e per il tempo determinati dalle leggi speciali, dagli usi o secondo equità (art. 2110 c.c.). Il lavoratore assente per malattia ha diritto alla conservazione del posto, secondo le modalità stabile dalla legge (R.D.L. 1825/1924) e dalla contrattazione collettiva e ha diritto a un trattamento economico per il periodo di durata della malattia.

Cosa è il comporto ?

Soluzione (S5H) : Durante la malattia il lavoratore ha diritto alla conservazione del posto per il tempo determinato dalla legge, dai contratti collettivi, dagli usi o secondo equità. Decorso tale termine il datore di lavoro ha diritto di recedere dal contratto, dando il regolare preavviso. Il termine di conservazione del posto è praticamente stabilito dai contratti collettivi che in generale ne fissano la durata a seconda dell’anzianità di servizio oppure della qualifica. Il comporto “secco” è’ il periodo massimo di conservazione del posto in presenza di un’unica malattia ed è previsto da tutti i contratti collettivi.

Il comporto per sommatoria e’ il periodo massimo di conservazione del posto in presenza di più episodi morbosi. Anch’esso di norma è determinato dai contratti collettivi, sicché in tal caso il periodo deve essere determinato dal giudice in via equitativa.

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Calcolare le detrazioni per lavoro dipendente

A chi spettano le detrazioni d’imposta per lavoro dipendente ?

Spettano esclusivamente ai contribuenti titolari:

Di redditi di lavoro dipendente (art. 49 del TUIR), escluse le pensioni;

Dei seguenti redditi assimilati al lavoro dipendente (art. 50 co. 1 del TUIR):

Compensi dei soci lavoratori delle cooperative;

Indennità e compensi percepiti a carico di terzi dai prestatori di lavoro dipendente per incarichi svolti in relazione a tale qualità;

Borse di studio e assegni di formazione professionale;

Compensi percepiti per rapporti di collaborazione coordinata e continuativa;

Remunerazioni dei sacerdoti;

Prestazioni pensionistiche erogate da forme di previdenza complementare;

Compensi percepiti dai lavoratori socialmente utili.

Come si calcolano i periodi per la detrazione da lavoro dipendente ?

Per la detrazione da lavoro dipendente il periodo di lavoro nell’anno deve essere computato a giorni.

I giorni per i quali spetta la detrazione coincidono con quelli che hanno dato diritto alla retribuzione che è stata assoggettata a ritenuta;

Si devono in ogni caso comprendere le festività, i riposi settimanali e gli altri giorni non lavorativi. Mentre vanno sottratti i giorni per i quali non spetta alcuna retribuzione (ad esempio, in caso di assenza per aspettativa senza corresponsione di assegni);

Nessuna riduzione va effettuata in caso di particolari modalità di articolazione dell’orario di lavoro. Ad esempio, il part time orizzontale, verticale o ciclico e nemmeno in caso di giornate di sciopero;

In presenza di più redditi di lavoro dipendente, i giorni compresi in periodi contemporanei devono essere computati una sola volta;

In presenza di contratti di lavoro dipendente a tempo determinato caratterizzati dall’effettuazione di prestazioni “a giornata” (ad esempio per i lavoratori edili e i braccianti agricoli), la detrazione spettante per le festività, i giorni di riposo settimanale e i giorni non lavorativi compresi nel periodo che intercorre tra la data d’inizio e quella di fine di tali rapporti di lavoro. Essa deve essere determinata proporzionalmente al rapporto esistente tra le giornate effettivamente lavorate e quelle previste come lavorative dai contratti collettivi nazionali di lavoro e dai contratti collettivi territoriali applicabili per i contratti a tempo indeterminato delle medesime categorie. Il risultato del rapporto, se decimale, va arrotondato all’unità successiva; L’anno deve essere sempre assunto come composto di 365 giorni, anche quando è bisestile.

Come si calcolano le detrazioni da lavoro dipendente part-time ?

La detrazione da lavoro dipendente spetta anche in caso di contratto di lavoro part-time. Il meccanismo di calcolo della detrazione non cambia, è quindi, quello visto in precedenza.

L’unica differenza sta nel fatto che la detrazione è rapportata al minor reddito da lavoro dipendente percepito per effetto dell’orario di lavoro ridotto.

In pratica, una persona che ha un contratto di lavoro part-time al 50% e lavora per 30 giorni al mese avrà diritto alla detrazione per 30 giorni, ma su un reddito che sarà circa la metà di un collega full-time. Il tutto, naturalmente, a parità di contratto collettivo nazionale e livello di inquadramento.

In ogni caso, è opportuno precisare che nessuna riduzione delle detrazioni va effettuata in caso di particolari modalità di articolazione dell’orario di lavoro. Ad esempio, il contratto part-time orizzontale, verticale o ciclico, né in caso di giornate di sciopero.

Come si calcola la detrazione da lavoro dipendente in caso di più contratti di lavoro ?

Nel caso in cui ci si trovi in presenza di più contratti di lavoro dipendente è necessario tenere presente una regola. I giorni di lavoro compresi in periodi contemporanei devono essere contati una sola volta.

Quindi, se il lavoratore è in possesso di più Certificazioni Uniche, in quanto ha avuto più rapporti di lavoro, la detrazione spetta una sola volta. In questi casi, la detrazione esatta deve essere obbligatoriamente effettuata presentando la dichiarazione dei redditi. Questo nel caso in cui entrambi i datori di lavoro abbiamo applicato la detrazione per lavoro dipendente.

Altrimenti, attraverso la compilazione del modulo di richiesta delle detrazioni, è possibile indicare ad ogni datore di lavoro quali detrazioni applicare. In questo modo, attraverso il conguaglio si potrà evitare, eventualmente, l’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi.

Come si calcolano le detrazione per redditi da lavoro dipendente in caso di licenziamento o dimissioni ?

Il licenziamento o la dimissione comportano la conclusione di un rapporto di lavoro dipendente. Fino a quella data, le detrazioni fiscali, spettano in misura piena al lavoratore dipendente.

In caso di licenziamento o dimissione o cessazione del rapporto di lavoro, il calcolo delle detrazioni fiscali avviene, quindi, sulla base del reddito complessivo definitivo del lavoratore dipendente alla data della cessazione del rapporto di lavoro e il conseguente diritto ad un numero di giorni di detrazione per lavoro dipendente, nel mese di conclusione del rapporto di lavoro, pari ai giorni di detrazione spettanti dal primo giorno del mese al giorno di cessazione del rapporto di lavoro (incluso).

 

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